Sono già passati sei anni dal primo Ex-exgokin prodotto, che era appunto il Black Getter Ryoma Mode. I modelli ideati da Taku Sato, designer o meglio mecha-designer, padre della quali totalità degli ex-gokin visti fino ad oggi e scomparso il 21 Agosto del 2006, hanno saputo ricavarsi una bella nicchia fra i cuori degli appassionati, presentando rivisitazioni cyber punk, di robot per ora solo Nagainani, di molta sostanza (non che pesantezza) e qualche incertezza, sicuramente privi di economicità.
Comunque la si pensi non si rimane comunque indifferenti nel vederli in foto, dal vivo poi rendono ancora di più ed anche chi non apprezza le rivisitazioni in genere, ammette spesso che sono indubbiamente belli.
Fewuture, che nel frattempo pare aver pian piano cambiato nome in Art Storm, non è sciocca e riproponendo politiche già viste, ha cominciato a sfornare diverse varianti di colore, per ogni singolo modello, ovviamente sempre e comunque a tirature relativamente ridotte e costi esorbitanti. Ultimi, ma solo in ordine cronologico, le varianti “black” del trio Getter originale. Fra i tre, ritengo che il pezzo più interessante (ed appetibile) risulta proprio il Getter 1, perché accompagnato da una serie di accessori per “trasformarlo” nella versione recolor del Ryoma mode.
La confezione
Per chi non conosce il confezionamento degli ex-gokin, forse un voto così alto è difficile da comprendere. Ebbene, basti dire che fra i tanti prodotti da collezionismo, sono in pochi che presentano anche la scatola marrone come confezione personale del modello.
Art storm lo fa e nel caso di questo repaint ci troviamo davanti anche ad un bello scatolone, dato che praticamente deve ospitare accessori per due varianti del robot.
Cartonato massiccio (più che spesso), grafica semplice ma efficace e polistirolo in abbondanza fanno il resto.
Corpo ed accessori sono tutti alloggiati in comparti separati, racchiusi del propri sacchetti protettivi e divisi in due sarcofagi.
Sul fondo di uno dei due, trovano posto le parti per i piedistalli.
Decisamente una confezione degna di nota e molto grande. Soddisfazione a piene mani.
Dotazione ed Accessori
La dotazione di questo ex-gokin è comparabile a quella del vecchio Black, ma presenta tutta una serie di parti per ottenere al versione nera del Getter uno e la getter machine relativa. In più è presente anche lo stand per la suddetta getter machine, come nei recenti repaint.
Come armi sono presenti due tomahawk e le lame aggiuntive della versione Ryoma, sempre in doppia versione sono presenti i simboli con gli ideogrammi.
La qualità è buona, siamo sui livelli dei predecessori, non mi paiono comunque risolti i problemi di stabilità delle corazze metalliche, che sono comunque relativamente instabili.
Qualità e finitura
Fewture ha dichiarato che su questo modello sono state apportate modifiche per migliorarne la qualità complessiva. Devo dire sinceramente, che non ho percepito questo miglioramento.
Sono si, individuabili piccole modifiche, ma sia la finitura che la qualità complessiva, sono allo stesso livello delle prime serie.
Questo non è necessariamente un male. Tutti gli ex gokin mantengono livelli molto alti di qualità, tuttavia, soffrono del classico problema delle produzioni fortemente artigianali con un controllo qualità che a volte pecca di standardizzazione.
La particolare progettazione, caratterizzata principalmente dall’uso di collante per tenere insieme le parti, soffre moltissimo di un assemblaggio approssimativo e da un sufficiente controllo qualitativo, cosa che spesso si è manifestata con esemplari troppo difettosi, parti staccate o peggio danneggiate da colate di colla o punti di vernice errata.
Purtroppo, dopo diversi modelli cui non ho mai potuto recriminare nulla (nonostante altri utenti si fossero trovai nei guai) questo Getter Black, presenta diversi problemi. Innanzi tutto, manca un pernio alla spalla sinistra e questo è proprio una svista in fase di assemblaggio, poi presenta un leggero sfasamento sulla corazza del bacino ed infine risultavano scollate la placca inferiore della getter machine ed il pollice della mano sinistra.
Altri segnali preoccupanti gli ho individuati su alcuni accoppiamenti di elementi del femore destro e da una non corretta tenuta della testa sull’uniball del collo.
Dunque, anche questo, come dalla tradizione Fewture, fa si che vi siano problemi tutto sommato superabili, altri che non possono essere minimizzati come sviste e davvero preoccupanti.
Sono ancora a chiedermi come non si riesca ad investire un po’ dei (tanti) soldi che fewture fa pagare questi stupendi modelli, in una controllo qualità che faccia davvero il suo mestiere.
Per fortuna, il voto viene tirato su un po’ dalla qualità della finitura, che resta sempre a livelli molto elevati.
Articolazioni e posabilità
Come i Getter precedenti, per un modello così grande e pesante le pose possibili sono tantissime. L’unica precauzione da adottare è manipolare le articolazioni con cura, verificando prima che non vi siano impedimenti (tipo colate del collante usato per l’assemblaggio) che forzando, finirebbero per spaccare i perni della giuntura.
Per quanto riguarda la stabilità complessiva, posso dire che è sufficientemente buona, l’uso dello stand con la staffa non è necessariamente un obbligo, ma una raccomandazione.
Resta un punto critico, sia per delicatezza che per stabiità, il giunto uniball del busto.
Fedeltà
La fedeltà, nel caso degli ex-gokin non è una voce di valutazione.
Diciamo che se prendiamo a confronto gli schizzi originali i getter risultanti sono estremamenti fedeli, però non nascono come rappresentazioni fedeli, ma come rivisitazioni.Le soluzioni tecniche
Da sempre il progetto di questi Getter è stato motivo di discussione. Se ci fermiamo al design ed ai materiali è difficile trovare critici di qualche genere, ma se spostiamo l’attenzione sulle soluzioni tecniche adottate, la situazione quasi si ribalta.
Per restare fedeli all’idea iniziale Fewture adotta la colla come soluzione di assemblaggio. In pratica le varie parti, in sostanza le placche metalliche, sono applicate sulla struttura principale e fissate con collante, per lo più ciano acrilato (lo si capisce dagli aloni tipici dei residui gassosi della colla). E’ dubbia la longevità di tale soluzione.
Le parti asportabili, poi sono fissate tramite semplici pernietti. Le parti restano in sede grazie all’attrito, ma essendo molto pesanti, non è raro che cadano sfilandosi dalla posizione.
Insomma in questa produzione luci ed ombre sono assai vicine.
Conclusioni e Pagella
Mi riaggancio all’ultima frase; questi Fewture confermano il detto che più forte è la luce e più nere sono le ombre che si celano ad essa. Se infatti gli ex-gokin sono quasi al vertice dei prodotti in diecast, sono altrettanto ai margini per quanto riguarda un controllo qualità efficace. Questo da sempre.
Luci ed ombre si susseguono un po’ su tutti gli aspetti, dalla costruzione, fino ai dettagli di rifinitura, numerosi, ma con imprecisioni random.
I materiali con abbondante presenza di diecast, ma anche plastiche tutto sommato fragili.
La verniciatura spessa e dai colori accesi, ma nel contempo sporca.
Come è ovvio, alla fine, il bilancio è positivo, grazie alla grande quantità di lati positivi, ma chi compra questi prodotti deve essere pronto a scendere a compromessi, nonostante l’elevato prezzo.
Questo ultimo getter black, non fa eccezione, pur arricchendo la dotazione complessiva di accessori.
- Il design molto particolare e d’impatto
- La quantità di metallo
- Presenta molti accessori
- Finitura altalenante
- Soliti dubbi sugli assemblaggi e controllo qualità
- Prezzo
- E’ comunque un recolor di un recolor
Galleria