Ago 242016
 

Da poche ore è stato dato l’annuncio e praticamente già si conosce tutto di questo nuovo GX, ha riprova, che nonostante le molte e condivisibili lamentele, per le tanti produzioni, Mazinger Z comunque fa interesse.

Oltre alle informazioni tecniche, derivate da numerose foto diffuse, fioccano anche articoli sulla storia di come sia stato realizzato e quali difficoltà abbia comportato questo nuovo progetto.

In particolare è interessante, come già scritto nell’articolo precedente, ribadire che il progetto ha coperto quasi due anni fra studi e sviluppo.

Si è completamente ripensato il design che a partire dal primo GX, per arrivare alla versione DX del Mazinger, era andato sempre più verso una visione moderna del robot, con artico brevi e massicci e testa piccola. Sullo stile, viene citato, di Tsuyoshi Nonaka autore di Mazinger Angels, tanto per dire. La cosa interessante è che le nuove interpretazioni di Mazigner, prendevano spunto dal primo GX01, quindi in una sorta di circolo virtuoso (o vizioso) il design si è via via modificato ricalcando le linee iniziali dettate dal primo Soul.

Quindi, grazie al contributo del maestro Ochi, si è optato per una forma più snella con  arti lungi ed affusolati, cercando di mediare fra le tante varianti delle versioni animate e trovando un riferimento nel lungometraggio “Mazinger Z vs Ankoku Saishogun”.

Altro dato interessante è che il progetto, pur basandosi su modello CAD 3D, ha poi richiesto ulteriori affinamenti, proprio per arrivare ad un design il più canonico possibile. Insomma, molto più Mazinger Z che Shin Mazinger Z.

Anche se le foto ufficiali parlano chiaro, pare che ci siano stati diversi ripensamenti e correzioni durante la realizzazione. Una fra tutte il colore delle parti grige, dato che una delle tante interpretazioni le vorrebbe azzurrine, come nelle foto del prototipo, chissà che non sia una correzione eccessiva nelle foto ufficiali.

Dalle foto dei proto ad ora apparse, si notano come in realtà è probabile un abbandono di sistemi di trasformazioni, optando per l’asportazione di parti opzionali. Altra cosa da notare è l’articolazione della spalla, che pare essere abbastanza complessa, con la corazza che non è più portante, ma solo semplice copertura. Visibili sono anche i femori con relativa corazza alternativa del bacino, le ginocchia con la parte posteriore rientrate (questa si ereditata da precedenti S.o.C.), le ali dello Scrambler che modificano l’angolo tramite sostituzione e rotazione. Anche l’aggancio dello Scrambler stesso pare uno stacca ed attacca simile a quanto proposto per il piccolo S.r.C.

Per li accessori, ancora non è chiaro se avremo solo il Jet Pilder, visto che la versione rappresentata è l’ultima evoluzione del Mazinger animato.

Un ultima evidenza. Non mancherà di certo il metallo.

A mio parere, c’è da aspettarsi le solite varianti per questo GX70, specialmente se avrà, come pare, molto successo.

Le foto ufficiali:

fonte: http://www.taghobby.com/