Apr 282023
 
Recensione Chogokin Fireball Drossel
Produttore:
Data prod.:
27 Febbraio 2010
Materiali:
ABS, PVC, Die-Cast
Accessori:
6 coppie di mani, testa aggiuntiva con accessori per le varie configurazioni, basetta espositiva
Altezza:
180 (mm)
Peso:
268 (g)
Manuale:
libretto cartaceo, lingua giapponese, molto dettagliato
Fornitore:
Mandarake Fukuoka
Prezzo orig.:
8800 yen

Ammetto che questo è il classico modellino che entra in collezione più per il suo design che per la conoscenza del personaggio stesso. In effetti è stata la produzione di Bandai a farmi conoscere i corti della Disney Japan che a tutt’oggi stento a capire. Detto questo la robottina Drossel “a capo della famiglia di robot Hyperion Flugel”, qualunque cosa voglia dire, è la protagonista e appare una via di mezzo fra un mecha anni ’80 ed Eve di Wall-e! Il perché sia diventata un chogokin Bandai è abbastanza un mistero. Probabilmetne si sono accorti del successo ottenuto da MaxFactory con la versione Figma ed ha pensato bene di proporne anche lei, una sua versione.

La confezione

Scatola abbastanza grande anche se sottile. Ha una finestra trasparente che rivela alcune parti interne. In realtà rende visibile un cartonato interno che rappresenta il coprotagonista, non che assistente: Gedächtnis.

All’interno trovano posto il sarcofago di polistirolo, che ospita il corpo principale, con di fianco le due orecchie/codine, il blister di accessori e la manualistica.

Se non fosse che non ha una numerazione, potrebbe tranquillamente stare nella linea Soul of Chogokin.

Dotazioni ed accessori

La dotazione è buona. Non arriviamo a tutti gli accessori visibili nella serie e siamo anche un pelo sotto alla versione Figma completa, ma ce ne sono in numero abbondante.

Abbiamo undici coppie di mani per ricreare varie pose ed espressioni, tre teste.

La principale, dotata di occhi illuminabili, è quella standard con la possibilità di montare sia i lungi codini che l’altra acconciatura.

La seconda testa: “Obruchev”, permette la configurazione per il volo, con i reattori celati dentro la carenatura e la possibilità di montare spoiler ed ali.

La terza “Belinda” replica la configurazione tipo cuffie musicali.

La ,fin troppo semplice, basetta completa la dotazione. Questa replica il pavimento del palcoscenico dove si svolgono le scenette ed ha un pernio sul quale poter fissare il piede di Drossel, così da avere la possibilità di esporla in modo più dinamico.

Qualità e finitura

Complessivamente ci troviamo davanti ad un Soul of Chogokin vero e proprio. Quindi a parte la confezione, con polistirolo e blister trasparenti per gli accessori, anche i dettagli ed i materiali sono assimilabili alla serie.

Il metallo la fa da padrone, di plastica sono solo alcune giunture, la testa, busto e vita.

La verniciatura è ottima, il dettaglio è elevato ed i contrasti neri sono sufficientemente precisi.

Spettacolare il fatto che tutto il corpo del robot sia costellato di marchi e scritte (senza senso), come fosse un mecha da lavoro.

Avendone due ho notato che un esemplare non ha gli occhi celesti vividi, ma solo appena accentuati. Non so dire se errore di produzione, oppure dovuti proprio ad una variante.

L’unico elemento, che ti fa capire che non sei in presenza di un GX è la basetta, davvero tanto povera.

Articolazioni e posabilità

La posabilità è molto buona. Non si avranno difficoltà a replicare, praticamente, ogni posa che venga in mente.

Collo, spalle e femori sono incernierati in più punti e presenta perni sferici. Anche le code dietro si ancorano tramite pernio sferico alla testa, restituendo piena mobilità.

In effetti, se non fosse per tutto quel metallo, si potrebbe tranquillamente scambiare per un’action figure.

Tutto bello, quindi? Non proprio.

Questo modello, che io ho messo in collezione molto dopo la sua produzione, col tempo ha manifestato un grosso problema:
il peso eccessivo delle parti in metallo, rendono cedevoli i femori, a tal punto da non riuscire più a mantenere in piedi la robottina.

Tuttavia, con un semplice intervento di “ortopedia” si può facilmente rimediare, sebbene non in maniera definitiva.

Fedeltà

Come per situazioni analoghe, ammetto che ho dovuto fare uso di YouTube per poter fare un confronto fra il personaggio e la sua interpretazione.

Devo dire che questo chogokin pare uscire dal video. Complice il fatto che già di suo, Drossell è in grafica 3D, penso che i progettisti non abbiano faticato un gran che a darne una interpretazione tangibile e fedele.

Riflessioni e soluzioni tecniche

Devo dire che questa Drossel è un gran bel prodotto. Le soluzione adottate, non solo restituiscono una certa soddisfazione, ma restituiscono anche quella simpatia di un character design riuscito.

E’ vero che c’è quel problema delle articolazioni, che invecchiando, diventano lasche. Ma non è difficile da risolvere e penso che siano il prezzo da pagare a tutto quel metallo e alla posabilità del robot.

Attenzione alle batterie nella testa principale. Se non usata per parecchio vanno rimosse!

Conclusioni e Pagella

Beh, diciamo che qui il fattore decisivo è quanto mai legato al gusto personale. Se piace il personaggio, questa Drossell è quella giusta da acquistare. E’ vero, altre versioni, sono meno impegnative, ma danno anche minor gratificazione, sia per dimensioni che per materiali.

Si potrebbe ribattere che non c’entra nulla con la serie Chogokin. E’ vero, ma questa non è una novità in senso assoluto. Bandai ci insegna che fa un po’ come le pare con le sue serie, quindi se già negli anni 80, ci infilava Topo Gigio, non vedo perché non ci possa stare, negli anni 2000, Drossel.

LA PAGELLA
: ★★★★☆
: ★★★★½
: ★★★★☆
: ★★★★☆
: ★★★★☆
Media: ★★★★☆
PRO
  • grande e pesante annichilisce i prodotti usciti fin qui
  • ben articolata e posabile
  • tanti accessori
  • tutto il corpo e gli accessori sono disseminati di tatuaggi e scritte, anche minuscole.
CONTRO
  • col tempo, alcune articolazioni risultano cedevoli
  • se non conosci e/o appressi il personaggio, lascia perdere
  • non credo faranno mai il robot maggiordomo