C’è stato un fumetto, o manga che dir si voglia, che nell’ultimi anni, ha portato un briciolo di novità nel modo dei costati remake di Mazinga Z: “Shin Mazinger ZERO”
Lo ha fatto anche considerando tutti i limiti di andar a (ri)pescare il tema del multi verso, tutt’altro che originale e sfruttando design ispirati più o meno liberamente a modellini di robot, uno su tutti, proprio il Mazinger Zero, inizialmente identico e poi solo ispirato al Mazinger di ES-Gokin proposto da Fewture. Nella serie compaiono tanti mecha design diversi sua dello Zeta che del Great, ma solo in quella che possiamo identificare come seconda stagione, ovvero quel “Shin Mazinger ZERO vs. Great General of Darkness”, arriviamo all’apice ed al grandioso finale, con la comparsa del redisign del generale Nero e dell’evoluzione del Great Mazinger nell’equivalente del Mazinkaiser. Mecha per altro che non compare esplicitamente nella serie. Anche in questo caso, poco in porta che duri mezzo respiro. Basta ed avanza per, in un paradossale circolo virtuoso, trovarlo riprodotto da Bandai.
La confezione
Scatola relativamente poco voluminosa, dotata del classico brownbox personalizzato, riporta in primo piano il modello, con alle spalle il temibile Zero. Sul retro troviamo diverse foto che esaltano le caratteristiche del modellino e le dotazioni incluse, più le solite avvertenze, loghi e marchi. Nulla di particolarmente travolgente, ma fa il suo lavoro di identificare il prodotto e renderlo appetibile in uno scaffale. Nulla da segnalare per cartonato ed i due blister che ospitano il corpo principale con relativi accessori su uno e scrander con spada sull’altro.
Dotazioni ed accessori
Gli accessori che accompagno questo Great Mazinkaiser sono relativamente standard. Sei coppie di mani, più una con l’indice sollevato, lo scrander sia in versione aperta che chiusa, il great boomerang e la spada. Niente altro, se escludiamo l’adattatore per gli stand tamashii. Forse qualcosina in più poteva starci, ma il personaggio non ha da dire tanto di più e la sua presenza in scena non lo aiuta. Il Condor non è previsto si possa estrarre e non ci sono, come ormai su tutti i robot di questa serie, effetti speciali. Manca anche l’enorme missilone fallico centrale…
Qualità e finitura
La (solita) buona qualità di Bandai fa da padrona. Sia gli elementi plastici che metallici hanno una buona finitura. La colorazione è ben uniforme, con dettagli precisi. Complice la ridotta dimensione di questi S.r.C. alcuni punti dove si notano giunzioni o segni degli stampaggi, ad occhio nudo sano davvero poco visibili. L’assenza di linee pulite, tipica del design fa il resto. Approvo l’idea di aver fatto la spada satinata. Il metallo è pressoché localizzato nella parte inferiore delle gambe e ne busto. Oltre che in alcuni degli snodi principali.
Articolazioni e posabilità
Il corpo base è fin troppo simile a quello del Mazinkaiser. Questo va bene per la posabilità, meno per l’originalità del progetto. Detto questo vale tutto quanto detto di buono, appunto, per il Mazinkaiser S.r.C.. Difficile trovare una posa che non possa essere replicata, resta fuori da quanto detto, la posa di volo, dato che il collo, la cui articolazione è svincolata e posta in avanti, rispetto al centro, non da possibilità di posizionare la testa all’indietro. Come per tutte le figure pensate per assumere pose dinamiche, risulta poco piacevole fargli assumere la classica posa impalata, per la quale risulta quasi impossibile, “normalizzare” le varie articolazioni. Tutti gli snodi sono, come da tradizione, a frizione.
Se dovessi basarmi sull’esperienza, non sembrano soffrire di allentamenti futuri, cosa invece caratteristica dei primissimi S.r.C.
Apprezzabile l’idea di rendere articolato l’aggancio del great boomerang.
Fedeltà
Ohibò! Difficile questa.
Dunque, quanto sarà fedele un modellino nato dall’ispirazione al design della serie S.r.C. stessa? Se guardiamo STRETTAMENTE agli elementi caratterizzanti, direi parecchio. Il robot sembra tirato fuori dalle pagine del fumetto. Direi che c’era pure da pretenderlo. Non scherzo. Per chi ha letto la serie, difficile ignorare che l’autore abbia tratteggiato fotocopiando, letteralmente, i modelli di Bandai e Fewture. Quanto ai colori, la combinazione funziona, magari potevano ipotizzare di virare alcune parti sul blu, ma nelle copertine colorate è sempre stato ignorato a favore del nero.
Chiaramente non è possibile restituire la plasticità di un disegno, che ignora spesso l’occupazione contemporanea dei volumi. Per cui la figura risulta leggermente più snella, specialmente il ventre, dato che deve dar modo agli snodi di lavorare e far muovere busto e bacino. Ma direi che se non è fedele questo, pochi altri prodotti potrebbero esserlo.
Riflessioni e soluzioni tecniche
C’è poco da riflettere sulle soluzioni adottate. Il corpo principale è mutuato direttamente da un modello già prodotto: Mazinkaiser. Come del resto lo è nel manga stesso. L’operazione è talmente spudorata che sfogliando le pagine, ci si accorge che il robot cartaceo ha gli snodi esattamente come quelli degli S.r.C. Mi spiace che non abbiano permesso la rimozione del Condor. Come non mai il gusto estetico è personale. Personalmente pur avendo delle riserve sia sulla troppa familiarità col Mazikaiser, sia su alcuni elementi, come lo scrander ad ali rovesciate o la completa assenza di tonalità blu su gambe e braccia, lo trovo piacevole e d’impatto. Ha sempre il problema di questi nuovi Nagaiani che vengono sempre aggiornati con l’aggiunta arzigogolata di dettagli e probabilmente sarebbe stato più bello avvicinarlo a qualche tratto del Mazinger Fewture, come successo per lo Zero.
Conclusioni e Pagella
Quando ci si trova davanti a questa sorta di contaminazione, dove il mondo del modellismo, viene usato come riferimento per la creazione di personaggi che a loro volta verranno poi riproposti sul mercato stessa da cui son nati come spunto, capisci che alla fine non si può parlare di passione, ma di semplice calcolo.
Serviva produrre un po’ di S.r.C. facciamo uscire un po’ di personaggi fatti ad hoc per quello. E facciamo esattamente come verranno fuori dalla scatola. Rispetto a vent’anni fa, la differenza la fa la ricerca del design. Se nella prima era Toei, si chiedeva di realizzare un personaggio, dal quale tirar fuori una linea di giocattoli. In questo caso, sì è partiti dal giocattolo stesso, per tirar fuori una serie di personaggi, di cui fare il giocattolo.
Discorso contorno per una sintesi che potrebbe essere: in vetrina la sua presenza sarà effimera, quanto lo sono tate le pagine in cui è comparso. Non certo per la qualità del prodotto, ma per scarsa profondità del personaggio che per quanto figo, dura il tempo di un battito di ciglia. Se questa cosa non disturba, non avrete certo problema a farlo vostro.
istruzioni Great Mazinkaiser SRC
- buona posabilità e finitura
- dotazione adeguata
- è pressoché identico all’originale
- poco originale
- storia del mecha deprimente
- solito dubbio sulle articolazioni col passare del tempo possono diventare cedevoli
- prezzo
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