Ago 202005
 
Recensione Max Factory Mg02: Mazinkaiser
Produttore:
MaxFactory
Data prod.:
2005
Materiali:
ABS, PVC, Die-Cast
Accessori:
2 pettorine articolate, pettorina rigida, 3 set di mani, 2 set di braccia, 2 spade piccole, 2 spade grandi, kaiser blade, kaiser pilder configurazione volo, kaiser pilder configurazione aggancio, giant missile, kaiser scrander, stand espositivo, guanti in tessuto
Altezza:
187 (mm)
Peso:
n.d.
Manuale:
libretto, lingua giapponese, molto dettagliato
Fornitore:
on line
Prezzo orig.:
n.d.

Aperto il mercato da Bandai, negli ultimi tempi sembra che diversi competitori abbiano scelto di affrontarsi sul mercato dei robot die-cast.

Ultima ma solo per la data di debutto è la Max Factory, azienda precedentemente nota solo per l’ottima qualità dei prodotti in PVC e resina e che ha debuttato con uno splendido modello in metallo, circa un anno fa: il MG01 GGG, che per il momento non ho ancora esaminato, ma prossimamente avrà una scheda tutta sua.

Le premesse per un ottimo lavoro c’erano tutte, quando ai primi del 2005 cominciarono a circolare le prime foto del Mazin kaiser, vediamo se son state rispettate.

Da subito fu evidente la scelta di non entrare direttamente in concorrenza con Aoshima, orientando la scelta sulla versione video game di quest’ultimo, più snella e leggermente diversa in alcuni dettagli. Non procederò quindi ad un confronto diretto con la produzione precedente, perché trattasi fondamentalmente di robot diversi seppur omonimi, ma ad una comparazione come qualità costruttiva rispetto alle altre case di produzione, Bandai su tutte.

La confezione, in controtendenza e nel solco di quanto visto sul precedente GGG è molto grande. Non ha la maniglia, ma le dimensioni sono leggermente superiori. Il cartone è molto spesso e da subito una sensazione di  attenzione e qualità, cosa che per Aoshima, ma soprattutto per Bandai è andata sempre più a mancare.

Aprendo la scatola, si presenta una scatola di polistirolo divisa in 2. Sul coperchio, è incastonato il manualetto, a dire il vero un po’ scarno. Rimuovendo il coperchio finalmente troviamo il Mazinkaiser annegato nel suo sarcofago, con accanto lo scrander più alcuni accessori, tutti avvolti in plastica. Rimuovendo la prima sezione troviamo il resto degli accessori, più le parti che compongono lo stand espositivo e gli immancabili guantini bianchi, per evitare le classiche impronte digitali..

Sulla quantità di accessori, questo modello fa seria concorrenza con Bandai, Aoshima non è neanche da considerarsi.

Cominciando ad esaminare il corpo principale conviene indossare i guanti forniti evitando così inutili e fastidiose ditate. Sollevandolo si apprezza subito la notevole quantità di metallo presente, ed il relativo peso; cosa che non può che far piacere! Una volta estratto si nota anche che il modello appare più piccolo di quanto ci si poteva immaginare, ma il dettaglio è assai notevole, al pari delle migliori produzioni Bandai. Già così potremmo ritenerci soddisfatti dell’acquisto, ma restano da esaminare ancora diversi aspetti, primo fra tutti quello relativo alle innovazioni articolari, mai viste fino ad ora su un Die-cast.

Il modello appare estremamente articolato, anzi a voler ben vedere, Max Factory ha sacrificato alcuni aspetti estetici, proprio a favore della massima posabilità. Troviamo quindi articolazione su due assi delle spalle e del collo. Questo vuol dire che le spalle possono arretrare ed avanzare, permettendo al robot di unire in maniera più realistica le mani.

Il busto è articolato, anche se la scelta di mantenere il piccolo fregio ancorato al bacino non è proprio il massimo; femori articolati su due assi e ginocchia con ampio raggio di movimento. Particolare di questo modello sono poi le articolazioni retrattili, sicuramente più belle e rifinite di quelle presentate da Aoshima sui suoi ultimi modelli.

Per le braccia rimane comunque il dubbio che qualche sforzo in più per migliorarne l’estetica poteva essere fatto, per i piedi invece nulla da dire. Il sistema telescopico permette un posizionamento dei piedi parallelo alla base, praticamente in qualsiasi posa, offrendo nel contempo la necessaria resistenza, favorendo così anche la stabilità, nonostante il peso notevole.

La colorazione appare sufficientemente uniforme e ben distribuita, anche se un po’ delicata. I colori sono azzeccati, anche se l’oro è un po’ freddo e nelle parti plastiche ha una stesura troppo sottile. Anche i particolari del volto, sono abbastanza precisi, meglio di Aoshima, ma inferiori alla precisione di Bandai. Le plastiche appaiono più rigide di quelle di Bandai e quindi più fragili, il mio esemplare mostrava il segno di alcune finiture sulla testa e su un braccio, mentre il pilder in configurazione di volo presentava l’alettone verticale piegato (niente che un po’ di phon non possa rimediare). Nota personale: la colorazione interna delle spalle potevano farla nera, sarebbe stato meglio ed il pilder presentare almeno una tonalità bicolore. Discorso a parte la meritano i femori cromati. Per un certo periodo nelle foto ufficiali appariva una versione con braccia e gambe solo satinate, che sembrava più equilibrato, mentre la versione definitiva presenta il cromo sui femori. Cosa sia meglio, dipende fortemente dal proprio gusto estetico.

L’assemblaggio degli accessori è relativamente semplice, gli incastri precisi, anche se il sistema di ancoraggio dei pugni lascia un po’ troppo gioco al polso. L’articolazione del gomito, richiede un po’ di accortezza per rientrare completamente e non appare particolarmente adatta al riposizionamento continuo; Nella confezione, oltre alle varianti per le mani, ci sono anche due braccia dotate di meccanismo spara pugni; le pettorine si fissano bene e presentano uno snodo che evita l’intralcio con i movimenti delle braccia.

Non vi è alloggiamento per il giant missile che però è presente come accessorio.

Sulle spalle si possono inserire le due else delle spade più piccole. Tutte le spade si inseriscono mediante la rimozione dell’impugnatura e rappresentano anche il più grosso punto debole di questo modello. Se per le quattro più piccole, il fatto di essere in tre pezzi non comporta grossi problemi, per la Kaiser Blade diventa quasi impossibile mantenerla integra ed in posizione. Banale quanto inspiegabile errore, facilmente risolvibile con un perno più lungo.

L’accessorio più grande è lo scrander, che si inserisce sulla schiena mediante un alloggio a scomparsa. Metodo, un po’ grezzo, ma funzionale. Il kaiser scrander è in pezzo unico, dello stesso colore delle pettorine e del pilder. Come detto prima, anche se di effetto ed esteticamente molto bello, sarebbe stato preferibile almeno una colorazione bi-cromatica.

Sul mio non ho montato lo splendido stand espositivo, ma sia per materiale che per incastri appare all’altezza di quelli Bandai se non superiore.

Nel complesso il prodotto ha confermato le ottime premesse iniziali, ma anche i dubbi su alcune soluzioni. Globalmente si posiziona a metà strada fra Aoshima e Bandai (molto più vicina a quest’ultima), ma deve migliorare sulla scelta dei materiali plastici ed ascoltare un pelino di più le indicazioni dei propri clienti. Resta comunque un acquisto raccomandato sia per l’ottima dotazione di accessori, sia per l’impatto visivo che riesce a donare. Avanti così, meglio uno all’anno, fatto bene, che cento re color!

LA PAGELLA
: ★★★★½
: ★★★★½
: ★★★★☆
: ★★★★☆
: ★★★★☆
Media: ★★★★☆
PRO
  • molto articolato e posabile
  • dotazione esemplare
  • finiture di livello
  • estetica riuscita
CONTRO
  • è la rappresentazione della versione videogames e non OAV
  • costo
  • le parti oro, hanno un tono di colore troppo freddo