Ago 062014
 
Recensione Es Gokin ESG-12: Mazinger Z
Produttore:
Fewture
Data prod.:
Maggio 2014
Materiali:
ABS, PVC, Die-Cast
Accessori:
due coppie di mani, avambracci sparanti, avambracci con iron cutter, missile centrale con effetto lancio, Hover Pilder, Jet Pilder, Jet scrander, stand espositivo con braccio articolato
Altezza:
135 (mm)
Peso:
95 (g)
Manuale:
Pieghevole a colori
Fornitore:
www.zonahobby.com
Prezzo orig.:
4800 Yen

Che abbia sviluppato una particolare predilezioni per questi ES Gokin, ormai è cosa chiara pure a me. D’altronde il primo passo per risolvere una dipendenza è ammetterla e non è difficile diventare dipendenti di queste trasposizioni super deformed di super robot classici. Sia perché generalmente ben fatti, ma anche perché ben interpretati nella loro stravagante forma e dalle dotazioni non certo timide.Andiamo a scoprire il dodicesimo ES di casa Fewture, un robot estremamente noto ed estremamente riprodotto quel Mazinger Z che ormai è onnipresente nelle proposte di tutti i vari produttori.

La confezione

Confezione identica per proporzioni e grafica a quelle precedenti.

Ho già sottolineato tutte le volte come questo, mantenere il family feeling, per me sia un valore aggiunto. Sempre buoni i materiali e nessuna sorpresa all’interno, con il grande blister su più piani, con gli accessori ospitati al piano più basso.

Studiato molto bene anche l’alloggiamento del Jet scrander. Nulla è lasciato al caso.

Dotazioni ed accessori

Dicevo nell’introduzione che le dotazioni offerte per questi super deformed non sono certo inferiori a quelli di prodotti ben più seriosi e questo è proprio il caso.

Fatta eccezione per il numero di mani intercambiabili, la numerosità e qualità degli accessori proposti è equiparabile a quella di un Soul of chogokin, anzi, per certi versi, lo supera in quanto a ricercatezza.

Mi hanno colpito, in particolare, i pilder, dotati di cabina trasparente con vista sul pilota, anch’esso caratterizzato in stile super deformed e gli avambracci con sistema di sparo.

Accompagna il modello, l’ormai classico stand con braccio articolato, uguale per tutti gli ES gokin.

Qualità e finitura

Qualità e finitura globali sono buone, anche se alcune imperfezioni dell’esemplare in esame non permettono di raggiungere il massimo dei voti. In particolare ho riscontrato due difetti abbastanza evidenti. Il primo sulla fronte del robot, un punto di sporco ben evidente anche nelle foto. Il secondo, ancora più spiacevole, è dovuto alla presenza di bolle d’aria sul vetro del Hover Pilder.

E’ un peccato, perché, globalmente, la lavorazione è precisa ed i dettagli, anche negli accessori, molto buona. Però un maggior controllo qualità a fine produzione sarebbe auspicabile.

La quantità di metallo è abbastanza scarsa. Diciamo che ad esclusione dei primissimi modelli, la distribuzione del die-cast è andata a scemare.

La colorazione delle parti blu ha un tono un po’ spento, forse dovuto al tipo di plastica utilizzato, non particolarmente riflettente.

Non sono riuscito o meglio non mi sono arrischiato,  ad agganciare la minuscola e sottile cintura del jet scrander.

Articolazioni e posabilità

Per quanto, ormai ci si faccia l’abitudine, si resta stupiti nel constatare la posabilità di questi piccoli robot. L’unico evidente limite è il posizionamento in volo, che per conformazione della grossa testa, non permette un suo posizionamento perpendicolare al corpo.

Per il resto, non ci sarà nessun problema a trovare una posa d’effetto per un’esposizione in vetrina assai efficace.

Gli snodi, fra l’altro sono leggermente più grandi rispetto ai precedenti ES, garantendo sulla carta, una maggior robustezza.

Le clip sferiche alle caviglie, permettono una discreta escursione del piede, ma cosa più importante, permettono di trovare nuove pose, invertendo i piedi che hanno pianta asimmetrica.

Fedeltà

Nel suo ambito, la rappresentazione della versione con testone è riuscita bene. C’è da fare un piccolo appunto sul fatto che la colorazione delle articolazioni della zona femorale siano nere invece che argento satinato. Probabilmente, una scelta legata alla meccanica dello snodo però è un segno stonato.

Interessante anche valutare quanto il prototipo, privo del sistema di illuminazione degl’occhi, sia alla fine risultato diverso nello sculpt del viso, leggermente allargato, nella versione finale.

mazinger1

Per quanto riguarda invece l’attinenza col personaggio  originale, i dettagli fanno riferimento alla versione del cartone animato classico. Un dettaglio da me apprezzato, visto il fiorire di versioni manga, shin, ecc…

Riflessioni e soluzioni tecniche

Per fortuna, non ho rilevato problemi di sorta, che dopo l’esperienza col Getter 2 mi avevano un po’ preoccupato sul proseguo di questa serie.

Come per il Getter 1 si è optato per un gimmick interessante, con l’illuminazione degli occhi, anche se per scelta non ho ancora inserito le batterie (non in dotazione), così da evitare di dimenticarle all’interno col rischio di danneggiamento da corrosione.

E’ sicuramente un buon prodotto, con materiali non pregiatissimi, ma adatti alla fascia di prezzo. E’ anche vero che ES come il Jeeg non ne ho ancora visti. Sia per ricercatezza dei materiali che per finiture e numerosità di accessori, il robot magnetico resta ancora il miglior ES Gokin mai prodotto.

Conclusioni e Pagella

L’ES gokin di Mazinga Z si colloca a fianco del Getter 1 come qualità complessiva, forse un decimale sotto per la strana colorazione opacizzata delle parti blu, ma sono davvero finezze. Peccato per i due problemi citati sopra, quella cabina con le bolle d’aria è davvero uno sfregio molto evidente.

E’ un modello che comunque mi sento di consigliare vivamente, perché ben scolpito (la miglior testa dopo quella del DAIGOKIN) e globalmente ben realizzato, oltre che ricco e facile da posare.

LA NOSTRA PAGELLA
: ★★★★☆
: ★★★½☆
: ★★☆☆☆
: ★★★½☆
: ★★½☆☆
Media: ★★★☆☆
PRO
  • ben scolpito, in particolare la testa
  • dotazione ricca
  • molta personalità
CONTRO
  • plastiche dall’aspetto economico
  • femori neri
  • l’esemplare presentava difetti qualitativi

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